28 marzo 2008

Il boia può attendere


Un altro piccolo passo avanti nella conquista dei diritti civili: la Corte d'appello Federale di Filadelfia ha annullato la condanna a morte per il giornalista afroamericano Mumia Abu-Jamal, nel braccio della morte dal 1982 Ora, quello che seguirà non restituirà di certo la libertà a Mumia, o si farà un nuovo processo o la pena di morte verrà commutata in ergastolo.
Di lui ho già scritto tempo fa, così riporto il riferimento di allora per chi volesse saperne di più

http://mumia.malcolmx.it/storia/caso.htm

Qualche anno fa ho letto su un muro

" finchè un innocente è in carcere nessuno di noi è libero"


23 marzo 2008

Inverno



Titolare un post "Inverno" il 23 marzo è curioso sì, ma..........è Natale o Pasqua? Vento e pioggia e freddo fanno dubitare di avere una perfetta cognizione del tempo!



Una sonnacchiosa serata d'inverno
non è mai abbastanza sonnacchiosa senza un gatto che dorme [Denise Hawkins]

...figuriamoci due! :-)))

22 marzo 2008

...un tramezzino di terra

Mi chiamo Roberto e ho 11 anni, vivo con mia mamma e un gattino arancione che si chiama Zac. Babbo ci ha lasciati due anni fa, diceva che qui non si trovava lavoro ma mia madre dice che l’ha fatto per inseguire la libertà. Infatti non si è più visto! Ho pochi ricordi di questa sua fuga, e di quando all’improvviso a tavola non eravamo più tre ma solo due. Ho pochi ricordi, solo l’uscita di scuola. Quando vedevo i compagni correre incontro al genitore che era venuto a prenderli e io invece, come se fossi già tanto grande, solo solo mi incamminavo per raggiungere casa. Ma quale passaggio! Ma quale tram! Era tutto calcolato, 12 minuti di strada se riuscivo ad arrivare prima che il passaggio a livello si chiudesse. Venti minuti se la sbarra era già chiusa. L’altro ricordo sono i silenzi della mamma che non finivano e non finiscono più e che fanno un rumore più forte di quello della tv e della radio messe insieme.

La strada del ritorno a casa è quasi sempre uguale. Costeggia un pezzo di campagna incolta, un pezzo di terra a forma di triangolo isoscele, dove sogno di costruire una casetta tutta per me e mia madre. Una casetta proprio in mezzo, e intorno tanti tanti alberi quanti ce ne possono stare dentro un triangolo isoscele. Qualche volta penso di scrivere al Presidente della Repubblica e chiedergli di impegnarsi per farci regalare quel fazzoletto dimenticato. Io sì che potrei farlo diventare un piccolo parco, non mi importa se intorno ci passano tante macchine e sicuramente c’è un inquinamento da paura. E’ per quello che è lasciato così, abbandonato. Infatti io non è che posso pensare ad una casa al centro, magari vicina alla scuola…Il Comune ci aiuta già con la casa dove stiamo adesso. Quando torno da scuola metto subito l’acqua per la pasta e apparecchio, così quando arriva mamma si fa in un attimo. Certi giorni, il martedì e il giovedì, mamma torna prima e allora sono io a trovare tutto pronto. Mamma fa le pulizie dai signori ricchi, si stanca molto e qualche volta torna di buonumore, altre volte invece arriva con la faccia storta e se la tiene per tutto il giorno, sta in silenzio e si muove a scatti. Quando è così, io mi sono abituato a non dire niente e a non fare domande. Tanto lo so che poi le passa, però mi dispiace. Quando invece torna di buonumore si vede perché compra dei fiori e li sistema con soddisfazione al centro della tavola. Anche la casa ha un bel profumo quando lei è tranquilla. Alcuni vicini dicono che ha un brutto carattere, ma solo perché non la conoscono. Teresa invece, la signora che vende le pentole giù per strada, dice sempre che mia madre è una “santa donna!”. Dice che a quei signorotti lei gli fa un baffo in quanto ad educazione, discrezione e buone maniere. Dice che quelli, i ricchi, sono tutta apparenza. Perché lei li conosce bene, ha lavorato per tanti anni da ragazza al loro servizio. Quelli a tavola, se gli capita mangiano peggio delle bestie, e dice che non si lavano per benino e che sono sciatti. Teresa sa parlare molto bene, perché legge moltissimo, un libro dietro l’altro. Qualche volta mi ha raccontato che si è anche presa una o due settimane di tempo prima di iniziare un nuovo libro, perché quello che aveva appena finito l’aveva riempita così tanto…Teresa mi piace molto, perché dice sempre quello che pensa e lo sa dire anche bene. Con lei è come se i tuoi pensieri più nascosti venissero fuori, come disegnati. E ha un sacco di cose da raccontare. Vado spesso a trovarla, quando mamma è al lavoro o quando è di cattivo umore. Mi piace da impazzire stare in quella stanza buia e stracolma di pentole di latta, di ogni dimensione. Ognuna fa un suono diverso. Teresa non lo considera solo un negozio, ma un pezzo della sua casa. Infatti dietro una porticina verde ci sono le scale per salire nel suo appartamento. Là dentro ci sono soprattutto libri. Libri e scatole piene di cartoline. Perché tutti conoscono Teresa, e tutti quelli che partono per un viaggio le mandano una cartolina, infatti lei che non ha mai viaggiato conosce la geografia e quasi tutte le capitali del mondo grazie alle cartoline. Me ne ha fatte vedere alcune che secondo me valgono molto perché la geografia, come dice il prof, cambia, e quella che era la capitale di uno Stato improvvisamente smette di esserlo. Dipende dalle guerre.

A me, nella campagnetta a forma di triangolo isoscele, mi piacerebbe viverci con la mamma e con Teresa insieme, perché avremmo sempre qualcosa di cui parlare, Teresa farebbe guarire mia madre dai suoi silenzi e io potrei tenere un cagnolino e pianterei girasoli davanti alle finestre. Questa sarebbe proprio una bella vita! E che ci vuole?

14 marzo 2008

Curiosità

Gli altri sono troppi, per me.

Ho un cuore eremita. Sono

impastata di silenzio e di vento.

Sono antica.

[Mariangela Gualtieri, da Senza polvere senza peso]

mi sono regalata questa raccolta di poesie che desideravo da tanto. E' stato come vedersi messa a nudo leggere questi versi, mi ci sono vista in ogni singola parola e immagine ed è stato quasi imbarazzante. Potenza della poesia! :-)

13 marzo 2008

Guccini per Ingrid

Mentre leggevo un servizio di approfondimento su Ingrid Betancourt, sono venuta a conoscenza di un singolo registrato da Guccini e a lei dedicato. La versione originale francese è di Renaud Séchan


NELLA GIUNGLA

Per tre anni nella giungla,
in catene innocente,
circondata da folli
utopisti del niente,

Che ti fan prigioniera,
Un ostaggio tenuto
dalla falsa guerriglia
che da tempo han perduto

E che un tempo voleva
legge e libertà
sputa sulla giustizia
e un ostaggio sei già,

Per la donna che eri
oggi e nella vita,
ma dai loro fucili
la vittoria è svanita.

Ingrid noi ti aspettiamo
e vicini ci avrai,
libertà non avremo
finché tu non l'avrai

Per tre anni nella giungla,
in catene innocente,
ed i tuoi carcerieri
sono dei delinquenti,

che ti citano Stalin,
che ti leggono Mao
come fosse un poeta,
come fosse Rimbaud;

Forse tu come me,
li hai creduti anche ieri
figli di Che Guevara,
di diritti forieri,

Ma la lotta finale,
il gran giorno sognato,
sono l'odio ed il male
e il denaro intascato

[…]

Io non so dire il nome
della gente che là
è tenuta in prigione
senza la libertà,

Senza un volto né storia,
ossa fatte e calcina,
in un mondo che ha reso
la barbarie regina

Dei signori di droga,
di un potere corrotto,
di un regime fantoccio
hai pagato lo scotto

E cantando per te
ora Ingrid, ti dico
che combatti una lotta
contro un doppio nemico

[…]

Da tre anni nella giungla,
in catene innocente,
con il vento che soffia
sul tuo viso paziente

Perché resterai sempre
forte in quella deriva
la tua sola vendetta
è di restare viva

Per la gente che ami,
per chi lotta con te
è spezzare le catene
che non spezzano te

Il tuo nome e' bandiera,
Ingrid Bétancourt
di una lotta che vuole
libertà e niente più

Ingrid noi ti aspettiamo
e vicini ci avrai,
libertà non avremo
finché tu non l'avrai


11 marzo 2008

Corrispondenze d'amorosi sensi


Mi piacciono i gesti galanti. Le persone che hanno garbo, gentilezza nei modi. Non c’è niente da fare, per molte cose mi sento fuori tempo, che ne so! mi incantano i cosiddetti galantuomini, che sono ovviamente una specie in via d’estinzione.

Mi sono trovata a riflettere su queste cose leggendo un carteggio tra Kahlil Gibran e Mary Haskell (per il momento edito solo dalle Paoline).

A parte i sentimenti che scorrono nelle pagine, mi emozionano appunto la gentilezza e l’amabilità che emergono e che restituiscono un’immagine ancora più completa di questo amato autore libanese.

E ancora, torno a interrogarmi sulla lettura di carteggi e diari. Mi accosto sempre ad opere del genere, con una sorta di pudore, quasi stessi ficcanasando su intimità che non dovrebbero riguardarmi. E’ un sentimento che provo sempre, inevitabilmente.

E’ curioso pensare che mentre il diritto morale di un autore in generale non soffre di nessuna limitazione temporale, poiché può essere esercitato, morto l'autore, dai soggette a lui legati da vincoli di parentela o coniugi, la durata normale dei diritti di utilizzazione economica delle opere dell'ingegno è "per tutta la vita dell'autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte"

Qualcuno aspetta che trascorra questo tempo imposto, prima di far soldi a palate sulle confidenze di uno scrittore. Qualcuno aspetta per puro interesse letterario, per studi sull’argomento, per semplice curiosità..

A volte dubito del confine tra informazione e indiscrezione.

Ma….mi dico quanto avrei ignorato se non avessi letto la corrispondenza tra Virginia Woolf e Vita Sackeville-West, o quella tra Kafka e la sua amica Milena, le lettere dal carcere di A. Gramsci, o quelle dalla Resistenza…e via dicendo.

E quanto sembra di comprendere meglio anche l’opera di un autore, o alcuni frammenti storici attraversando i suoi diari o la sua corrispondenza.

Bene, oggi sono in preda a questo genere di riflessioni (sterili?).

Sarà che al momento, come cantava il poeta, ho “tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo”?????



8 marzo 2008

Per non dimenticare, ancora...


Un abbraccio forte a tutte le donne vicine e lontane. A quelle che amo e a quelle che non conosco. Un abbraccio di unità e collaborazione. Un abbraccio di protesta, anche, e di solidarietà.

5 marzo 2008

L'indignazione non basta!



Da www.beppegrillo.it

Quando un operaio muore i politici di destra, di sinistra e di centro si indignano.
Quando un operaio muore domani Prodi fa il decreto legge.
Quando un operaio muore Topo Gigio Veltroni candida gli industriali, “ma anche” un sopravvissuto della Thyssen Krupp.
Quando un operaio muore Ichino dice che “Da noi manca la cultura delle regole”.
Quando un operaio muore il Presidente della Repubblica soffre e auspica in televisione.
Quando un operaio muore Maroni dice “Non è colpa dei governi, perché le leggi ci sono”.
Quando un operaio muore nessuno parla della legge 30, dei precari, dei ricatti che subiscono, della legge del padrone e degli estintori vuoti “altrimenti vai a casa”.
Quando un operaio muore, oggi Fassino e D’Alema, ieri Berlinguer e Pertini.
Quando un operaio muore il padrone ha già messo i soldi da parte.
Quando un operaio muore la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di due ore.
Quando un operaio muore la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore la colpa è che se si lamentava per l’insicurezza veniva licenziato subito perché precario.
Quando un operaio muore è un assassinio, quasi sempre.
Quando un operaio muore faceva un lavoro a rischio, doveva succedere.
Quando un operaio muore si danno incentivi alle aziende che diminuiscono gli incidenti e non si chiudono quelle che producono i morti.
Quando un operaio muore è perché la sicurezza è troppo onerosa per la Confindustria.
Quand
o un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato sopra.
Quando un operaio muore se faceva il politico campava cent’anni.


3 marzo 2008

Vento

Vento impetuoso di maestrale.

Tutto sembra avere un suono diverso quando tira un forte vento… a volte sembra di essere diventati sordi! Il vento spinge le vele, alimenta i fuochi, accompagna bufere. A volte inquieta, perché vorresti fermarlo, perché questo movimento è troppo, e vorresti dire basta…silenzio!

Ma il vento…spinge tutto più in là, come a dire che le cose continuano ad esistere anche se le cambi di posto. E soprattutto, il vento gioca. Con le fronde degli alberi, con le imposte che sbattono, gioca con i fogli di giornale caduti a terra, e li fa sollevare, gioca coi capelli e nasconde i visi, con i panni stesi ad asciugare, con le bandiere issate, con le onde del mare…

Gioca con tutto quello che non si oppone.

Rimanere ancorata a terra come un vecchio albero, quando tutto intorno sembra voler spiccare il volo, è ciò che devo impormi in questi giorni di smisurata pazienza.

Leggerezza, sottrazione di peso. Il vento sembra riempirsene. E questa espressione di leggerezza mi fa sognare. E mi fa fare sogni così (come quelli del disegno)